Non è il sommelier che parla e descrive il vino ma è il vino che parla attraverso lui.
Lo usa per descrivere se stesso, il luogo da cui proviene, l’idea dell’uomo che lo ha voluto così. Quindi, quando aprite questa carta dei vini, prima di tutto fidatevi di chi avete davanti.
Di chi tutti i giorni accudisce e gestisce il vino, aspettando che sia arrivato al 100% del suo potenziale, abbinandolo alla pietanza più appropriata.
In questo modo non si serve solo una bottiglia di vino ma molto di più, si serve emozione, poesia, storia, territorio, cultura, fatica, costanza, impegno.

Stefano, il sommelier